C'è chi dice
“La disabilità non è solo limite e fonte di problemi come tanti credono; sentirli suonare, emozionarsi seguendo le loro note darà una luce nuova a chi si misura con questa realtà o si troverà un giorno a doverla affrontare.”
(Lucia Napoli in Farris)
“Ad ogni concerto mi sorprende la semplicità con cui i ragazzi di Cantare Suonando si presentano. Ogni volta, senza fronzoli e presunzione, in modo spontaneo, ci offrono la bellezza della loro musica…. Sono questi gli aspetti per i quali ogni volta che assisto ad un concerto, mi emoziono e mi convinco sempre più che la Musica è Vita”
(Silvio Tranquillini)
UN EVENTO CULTURALE: “Bambini, ragazzi, adulti – tutti con un denominatore comune (che tanto comune, mi sia consentito il gioco di parole, non è): l’handicap, condizione che ineluttabilmente segue, limita la vita. Eppure, per qualche sorta di evento che esula da una logica rigorosa, tutti suonano alla tastiera. Ognuno si presenta con il proprio spartito, la propria musica e quelle dita insicure, quelle mani ipotoniche, quelle membra percorse dal fremito, suonano nota su nota, e il ritmo incalza, lasciando commossi e increduli gli spettatori. Si tratta di un evento straordinario!!!. Proprio questo è lo stereotipo da rimuovere. La musica veicola in queste persone capacità recondite e, attraverso l’applicazione allo strumento, esercita e sviluppa abilità che permettono di creare uno spazio vitale in cui ciascuno si esprime e si valorizza. C’è buona ragione di affermare che quelli che sono comunemente considerati i limiti per chi è portatore di handicap, siano da riconsiderare alla luce dei fatti… Fatti che da dieci anni il maestro Marco Porcelli e la sua scuola Cantare Suonando stanno dimostrando organizzando concerti pubblici in varie parti d’Italia in cui si esibiscono da “protagonisti” allievi di ogni età con handicap psicofisici diversi. In questo senso la scuola del maestro Marco Porcelli diventa un segnale sociale, una spia per dire a tutti che l’handicap non è una condizione limitante fissa, ma sfumabile, per certi aspetti valicabile e la musica è veicolo che ne permette l’ascesa” (prof.ssa ADRIANA OSTANI MAMMA DI ELEONORA ALLIEVA DI CANTARE SUONANDO DI SEZIONE DI VEDELAGO TREVISO)
Un passo dopo l’altro.
C’era una volta ….
Come tutte le belle storie anche quella di ” Cantare Suonando” inizia così. Dunque, c’era una volta in Trentino un maestro di musica dal pensiero originale; credeva che ragazzi con disabilità psicofisica potessero imparare non solo a leggere la musica, a suonare la tastiera elettronica, ma anche ad esibirsi in pubblico e si spendeva nella vita perchè l’ improbabile idea diventasse realtà. C’erano una volta genitori, infaticabili nel cercare nuove strade per i loro figli ” speciali”, mai arresi di fronte ai fallimenti, pieni di aspettative ogni volta che qualcosa di nuovo si poteva tentare.E poi, c’erano loro i ragazzi “diversi” trascinati dovunque, destinatari di attività, terapie, attenzioni; affaticati dall’ inseguire tutti, perché sempre un passo indietro rispetto agli altri; stanchi di sconfitte, desiderosi di vivere in primo piano almeno qualche volta. Tutti loro volgevano lo sguardo lontano, a scrutare l’impossibile, a cercare una via che conducesse oltre la fragilità, oltre la difficoltà.Così, piano piano, passo dopo passo, l’audacia di un maestro lungimirante, la fiducia di genitori inarrestabili e la tenacia di ragazzi appassionati realizzano l’incantesimo: il limite cede il passo all’abilità, la difficoltà si affianca alla capacità e, al bisogno di tutto e di tutti, si sostituisce il dono di affascinare e trascinare gli ascoltatori nel mondo fantastico della musica, là dove tutti parlano la stessa lingua intrisa di emozioni ed armonia.La magia delle note e il coraggio di sfidare pregiudizi e limiti hanno trasformato i ragazzi “diversamente abili” da spettatori di un mondo che normalmente li esclude, in interpreti competenti, capaci non solo di trasmettere cultura, ma di proporre una nuova immagine della disabilità. Eccoli allora protagonisti di serate di intrattenimento, di rassegne musicali in luoghi storici e artistici. La loro presenza e il loro “essere capaci di suonare buona musica” sono quel valore aggiunto alla bellezza delle opere che la sensibilità dell’uomo ha saputo creare in tutti i tempi. E anche il pubblico incantato dal luogo e stupito dalla loro bravura può guardare oltre e scoprire che al di là delle apparenze, in ogni uomo esistono ricchezze interiori e potenzialità talvolta insospettabili che vanno ricercate con determinazione e fiducia.
I ragazzi di “Cantare Suonando” diventano così testimoni autentici del valore della vita e ambasciatori credibili della speranza.
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